Nebbia fitta, a valle. Che faccio, parto? Dunque…. il Maiale l’ho preparato, l’obiettivo è ormai acquisito….ti pare che non parto??
Fa un freddo cane! Maledetta umidità di fondovalle – mi dico, sperando che passi presto: quota 500?
Questo è il giro, per chi vuole farlo; è un classico, fino ad un certo punto, poi prende un bivio meno frequentato… http://www.gpsies.com/map.do?fileId=eswdlkozgwtfdbhl
Tornando al mio giro… la cara nebbia comincia a svanire intorno a quota 900 m, lasciando spazio ad una giornata folle, un delirio di sole e panorami infiniti, boschi frizzanti e pendii che si perdono nella bruma della vallata. C’è una brezza leggerissima, freschissima, e mi sento un fantasma fatto di vento. Un’emozione del genere merita sacrifici – forse li richiede… Queste giornate di gennaio, al solito, sono impareggiabili!
Insomma, se guardate la traccia gps, trovate un wp che vi dice (più o meno) dove prendere a destra e lasciare la traccia che, tenendo la sinistra, imbocca il (bellissimo) viottolo panoramico che va verso MonteCasale. Andate a destra, divertitevi finchè la salita è un su è giù tecnico e godurioso perchè ad un certo punto, su lastre di pietra scavate dall’acqua, l’arrampicata si fa tosta e non metter giù il piede è davvero difficile (da ciclista potrei dire – citando anche Ligabue: ci vuole tecnica ma anche “gambe e fiato finchè vuoi”). Arriverete, dopo qualche penare e strappi micidiali, su un poggio panoramico, dove la pietra lascia il campo al bosco. Siete su quello che io, non per vanagloria ma perchè è un luogo che adoro, chiamo il p.ggio Ugo (perdonatemi!). Proseguite dritto, infilandovi nel bosco, e percorrete un meraviglioso (giuro che lo è!) sentiero che porta al P.ggio dei Tre Termini. Annoto: per gli amanti del genere, è una traccia da fare in discesa, una goduria fatta di curvette naturali e cervellotiche, pietroni muschiosi, sottobosco e pietra (quella che vi ha fatto impazzire in salita…).
Siete ai Tre Termini, i confini di Umbria, Marche e Toscana si fondono e voi vi diluite tra questi boschi. Lasciate che questo succeda, perdetevi un po’, abbandonate l’orientamento e respirate. Poi prendete a destra e dirigetevi, lungo il sentiero di cresta, verso Bocca Trabaria. Tutto un su e giù, ora nel bosco, ora su tratti scoperti e panoramici, balconi naturali da cui scorgere il mare o ammirare la vallata. All’altezza del secondo tornante, scendendo dal valico verso S. Giustino, prendete a destra e tuffatevi per una breve e ripida discesa, prima su traccia di trattore, poi per traccia di piedi e zampe. Arrivati sulla strada sterrata prendete a sinistra e, dopo un km circa, svoltate sinistra per Valdimonte. Poi, gps o fantasia: giù a valle! Asfalto e rientro a Città di Castello.
Io lo ricordo come uno dei giri (ma anche dei giorni) più belli degli ultimi anni e mi auguro che altri, come me, possano vivere simili emozioni lungo questo percorso che consiglio vivamente di provare. Attenzione in estate, perchè il sentiero di crinale presenta punti pieni di cespugli spinosi…..
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Meraviglia! Questa si chiama libertà! Luoghi magnifici, da togliere il fiato. Natura che non stanca mai di stupire.