Alla ricerca del rudere di Artaina…

Caro Paolo, devo dirtelo: che giro spettacolare che c’hai fatto fare domenica!

Già proprio così. Dalla traccia gps non capivo bene quali erano le tue reali intenzioni…poi mano a mano che andavamo avanti, tutto diventava chiaro: giro Ovunquistico, con la O maiuscola.

Ma andiamo per ordine. Io e Claudio partiamo da Riosecco alle 8.15 in punto, per non perdere nemmeno un minuto di questa girata in bici. Io ho ancora i gamberi che mi girano per il corpo…L’aria è molto umida, nebbiosa, ma non è per niente rigido. Arriviamo al palazzetto, in largo anticipo ovviamente, e poco dopo ci raggiunge il Maestro e il Mattia…in extremis vediamo comparire dalla nebbia il prode Camillo “flow” Baldacci. Partiamo alla volta di Fontecchio, dove imbocchiamo la strada che porta a Pozio.

Le locomotive
Le locomotive
Poserone
Poserone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Da qui scendiamo verso la torre cilindrica sopra il Sasso per poi risalire verso Casale…qui ci aspetta il solito, inqualificabile, personaggio che ci urla contro, perchè siamo su una proprietà privata…io giocherello col suo cane senza nemmeno degnarlo, mentre Paolo e Claudio lo condiscono ben bene…alla fine, dopo urla e cazzate varie del tipo, passiamo e proseguiamo verso le macchie sopra Ranchitoschi e poi scendiamo verso Casella del Vescovo.

Alcuni scatti

Il Maestro
Il Maestro
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Mattia Bear Grills

 

 

 

 

 

 

Gruppo misto
Gruppo misto
Bitumaresimo
Bitumaresimo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dopo una breve pausa caffè / miele (immancabile nel mio zaino, vero Paolo) ci incamminiamo verso Prati, e per strada dobbiamo passare nel cortile di una fattoria, dove incontriamo due signori che ci chiedono, di dove siamo,dove andiamo e ci spiegano che anche se quella è la loro proprietà, non c’è motivo di chiuderla o chissà che, basta avere rispetto…come sono diverse a volte le persone…arrivati a Prati, incontriamo un simpaticissimo signore che ci offre un bel bicchiere di vino, che noi, ahimè, dobbiamo rifiutare (ma non si preoccupi caro signore, torneremo!)…anche perchè ora arriva il bello…proseguiamo verso Apecchio per una comoda strada sterrata, quando ad un tratto il Maestro ci dice: “la traccia è qui…dobbiamo arrivare a quei ruderi là”…e inizia il bello! La prima parte del sentiero è abbastanza pulita…poi la macchia si fa sempre più fitta…attraversiamo un fiume, poi torniamo indietro, poi scendiamo per una macchia fitta e buia (la strega di Blair Witch Project ci fa un baffo) poi dopo un’arrampicata con la bici in spalla tra spine, ginepri, falasco e chi più ne ha più ne metta, arriviamo al sentiero…

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Vietnam 2.0
Animalo de foresta
Animalo de foresta

 

 

 

 

 

 

Strane presenze
Strane presenze

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

e da qui vediamo la meraviglia di Artaina…un tempo doveva essere proprio una bella chiesa, immersa nel verde. Ora restano solo pochi sassi delle pareti e un pezzo di campanile che sfida terremoti e intemperie. Dopo qualche minuto di relax, foto di rito e cazzate che stanno aumentando sempre più col passare dei km, ripartiamo e incontriamo il gruppetto di case di Vignolle. Da qui saliamo verso il sentiero Italia che ci riporta verso Bocca Serriola. Saliamo verso il passo del Fumo e scendiamo giù fino al bivio con la strada dei crinali (sentiero Italia).

Atroce dilemma: Marignolle e casa o Valmaggiore, deviazione del Maestro e casa? Ovviamente la seconda! Le gambe iniziano ad essere stanchine, i saliscendi non sono il mio forte…ma vale la pena proseguire! Così risaliamo verso Valmaggiore e arrivati al bivio che porta a Brignale, il Mattia e Camillo ci lasciano e tornano giù…io, Claudio e il Maestro proseguiamo…e ne vale la pena! bellissimo sentiero in mezzo al bosco, strappo ripidissimo e finalmente siamo a Brignale…da qui ora il ritorno è agevole. Ci rimmettiamo nella strada che scende da Marignolle e arriviamo in breve all’asfalto a Pieve delle Rose. Qui il simpatico Claudio, ovunquista vecchio, ma ciclista giovane e dal gran fisico, si diletta in una serie di scatti da bitumaro (la sua indole ogni tanto viene fuori) e per diversi km va avanti il siparietto di scatti, controscatti, inseguimenti…sarà che quando rimaniamo solo noi 3 va a finire sempre così? e meno male che stavolta non c’erano pozzanghere per bagnarsi!

Comunque, ancora una volta, le sensazioni che si provano sono indescrivibili. Andare in bici con il solo scopo di andare in bici è meraviglioso. Senza fretta, senza necessità di correre, ognuno col suo passo. ma tutti insieme in cima ad ogni salita. Già perchè aspettarsi e condividere insieme un paesaggio, un pensiero o anche una cazzata qualsiasi è molto molto meglio.

E questo è, se mi posso permettere, il vero spirito “ovunquista”.

Come sempre, grazie a tutti i compagni d’avventura (specialmente a Paolo che pensa, studia e produce questi giri meravigliosi, ed è sempre un piacere girare con lui)!

Alla prossima!

Bracco

Mi permetto soltanto, onorevolissimo BRacco, di giustapporre una foto per serbar memoria dello sperduto rudere…

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2 pensieri riguardo “Alla ricerca del rudere di Artaina…

  1. Caro Bracco…con la prima frase già hai spiegato al meglio tutto quanto!!!è stato un giro veramente bellissimo..in cui ci siamo potuti gustare in pieno tutto lo spirito ovunquista e il piacere della bicicletta..il tutto reso ancora più bello dal gruppo misto!!! 😀
    per non parlare poi dell’avvuntera dentro al bosco (citando a caso un “è comodissimo” o un”è fatta”) per arrivare allo splendore di quei ruderi inmmersi nella natura che da soli valgono il prezzo di tutta la fatica fatta!!!

  2. Provvedo innanzitutto alla corrige: Artaina è quel mini-nucleo (due case) che abbiamo incontrato dove la strada ricomincia ad essere “strada”; S. Giovanni a Vignolle è (credo) l’intera “parrocchia” che fa capo al rudere (stupendo) che sonnecchia in quel meraviglioso bosco. Ringrazio voi due, Bracco e Claudio – compari impagabili, per la perfetta compagnia e il Bracco per aver provveduto a raccontare un sabato pomeriggio che resterà negli annali ovunquisti. Cito il prode Mattia “Setting” Mariacci, per la sua sempre viva vena di cazzatologo, e il “flow” Baldacci per averci onorato della sua presenza ringiovanente (nel senso che abbassa la media di parecchio, non meno di quanto io la alzi… 😀 ); mi prostro, adorante come sempre, davanti alla magnificenza delle nostre macchie, per me luoghi di preghiera e rinascita, e chino il capo al cospetto dei segreti che esse celano gelosamente: dai fossi odorosi di mentuccia ai ruderi ammuffiti, dalle tane dei selvatici alle radure ombrose. Il mio è amore puro, lo confesso, e la compagnia, quando è così, come la vostra – cari miei, esalta il mio spirito ovunquista.
    Grazie, di cuore, e alla prossima!

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