Salita: bella e non troppo severa – come quella della volta scorsa…
Ci siamo arrampicati con calma e ammirazione, estasiati, spesso avvolti dalle consuete nubi di martellanti tafani, sempre immersi in quello stupore che deve cogliere ogni volta il buon ovunuqista: colui che con la sua bici vaga qua e là, ora alla ricerca di strade o viottoli poco o per niente battuti, ora percorrendo strade note e frequentate, ma in ogni caso con un’insaziabile voglia di scoprire un nuovo pezzetto di sè, scavandolo fuori a suon di tacchetti.
Così ci ha accolti questa bella strada,
e così ci ha accompagnati, fino allo Sbocco della Calla; poi via a sinistra, per un lungo quanto imperdibile saliscendi che scivola fino a Pra della Volpe in una specie di iperspazio, fatto di vedute boscose e selvagge e branchi di cinghiali.
Peccato che, come sempre, ci sia qualche maniaco della leggerezza (al secolo: Il Caramba) che deve fare i conti con le proprie manìe… Così, la veloce gommetta light si apre in un punto inatteso e in modo irrecuperabile, costringendo la piccola truppa alla sosta. “ci butto la bomboletta prima di mettere la camera…”. Prova, Caramba, prova…
Ci siamo scompisciati, eh, Pando? QUando poi ha sfoggiato la camera con valvola extra-corta (ma light) e la bomboletta da bitumaro, lì, è stata l’apoteosi!
…tant’è….
Pra della Volpe, in compenso, è un paradiso. Abbiamo voluto dargli un’occhiata,
prima di provare a salire questo viottolo (o sentiero o strada o traccia o come vi piace chiamarlo), diretti a Pian delle Capanne.
Entrambi, col senno di poi, valgono le gocce di sudore che richiedono – e anche molte di più. Le foto non rendono l’idea di quanto sia bello salire per questo bosco, camminare tra questi sassi in un silenzio irreale, sbucando, giusto sotto Pian delle Capanne, in una radura ombrosa dominata da una quercia (mi pare) veramente splendida: impossibile trattenere la fotomanìa!
Manco a dirlo, scout a non finire.
Ci siamo alzati dalla panchina di Pian delle CApanne a malincuore, devo dire, dopo la sosta colazione: per fortuna che ad attenderci c’era un bellissimo lungo tratto di discesa… Val di Canale (o “Il Paese Fantasma”, come lo chiamo io) mi affascina, immancabilmente. Rimpiango solo l’obbiettivo della compatta sporco di ditate, accidenti! Tutte le volte devo spostare la tendina esterna con l’indice guantato e molto spesso lascio il segno sulla lente…
E da qui, ritrovando la via percorsa la volta scorsa, tutto si ripete, almeno come percorso, fino a dove la Via Giulia incontra la statale di Bocca Trabaria. Tutto, a parte il fatto che ogni volta che passa di quassù sono più felice di farlo….tutto, a parte il fatto che, dopo Vesina, mi sono avviato da solo perchè volevo tanto fare un certo giro…tutto, a parte l’essermi bagnato i piedi nelle acque fresche del torrente Vertola, che quassù è a due passi dalla sorgente…
Ringraziati i miei due amici per la bella compagnia, allungo un po’, superando le tre vecchie quanto belle strutture che segnano questo tratto della Via Giulia: Cà Concello, Cà del Borchio e l’Abbadiaccia.
Vento teso. Giù dal valico, come un fiume. Ho fatto una bella faticata per digerire i tre km e mezzo (più o meno) di bitume che mi separavano dal ritorno sulla via di crinale. Il vento soffiava forte anche qui, sulla cresta, ma almeno era laterale… Ho sbirciato giù verso l’Umbria dal Colle della Faccenda, posto frequentatissimo dal caro Bracco, prima di dedicarmi anima e cuore (e corpo, anche…) ai meravigliosi chilometri di crinale umbro/marchigiano. Butto lì giusto un paio di foto…
…e sono sbucato fuori alla Caciara, sopra Parnacciano. Il programma prevedeva ora la salita che da le Moricce porta al Catenaccio ma ahimè, una telefonata galeotta mi costringe a rivedere il programma. Naso giù e via a tutta verso casa, via Lama, via asfalto.
Ho pensato ai miei compari, mentre filavo veloce sul bitume all’altezza del bivio per Cantone: saranno già a casa? E quella schiuma – che ancora mi imbratta le dita sotto i guanti, posso considerarla la panna montata sul bel dolce del giro di oggi? Eh sì, a modo suo è stata la giusta guarnitura…
Caramba, le gomme comprale giuste!!! 🙂
p.s.
Uno sguardo alla collina di Montecarlo, teatro di tante gare in passato e salita iniziale per tante girate nei miei oltre due decenni di mtb….vecchiaccio che sono!
Ovunquista